Tradurre/adattare/mettere in scena i classici oggi: il teatro di Goldoni
Abstract
se ogni testo impone al suo traduttore varie e spesso difficili scelte, quello teatrale, (quasi) sempre già pensato dall’autore per essere tradotto-adattato, messo in scena, comporta una moltiplicazione della funzione traduttiva. al momento della scrittura infatti l’autore ha dovuto già mettere il suo testo in situazione, chiedersi non solo per quale pubblico scriva, ma anche per quali attori, per quali spettatori. Più di ogni altro testo, quello teatrale risulta essere particolarmente aperto, mobile, soggetto all’interpretazione da parte dei suoi diversi destinatari, il regista, gli attori e gli spettatori. il traduttore si trova dunque confrontato a una vertigine dell’interpretazione, poichè la traduzione implica non solo decisioni di carattere linguistico, ma anche scelte drammaturgiche ben precise. ed è proprio questo continuo processo di traduzione, adattamento per la messa in scena, la recitazione, che consente al testo di essere attivato, compreso, di « passare » da una cultura a un’altra, da una lingua a un’altra, da un’epoca a un’altra.
Per quanto riguarda la traduzione del teatro classico oggi, il testo richiede anche un’attualizzazione dal punto di vista diacronico. Quindi il problema del rapporto tra lingue e culture diverse si pone anche tra diverse epoche. così, la storia della circolazione del teatro italiano in Francia, di autori come per esempio goldoni, gozzi, alfieri, è rivelatrice del rapporto tra le due culture, e in particolare del modo in cui la nazione ‘cible’ ha compreso, interpretato, valutato il nostro teatro, e più in generale la nostra cultura attraverso di esso.