Tradurre le tragedie di Alfieri: Considerazioni preliminari
Abstract
1. Impegnatosi con lo stampatore didot fin dal maggio 1787, Vittorio alfieri (1749–1803) approfitta del soggiorno nella capitale francese per curare l’edizione integrale e definitiva delle sue tragedie, ultimata due anni dopo con gran sollievo del poeta, che disperava del buon esito dei suoi sforzi, dal momento che negli ultimi mesi « gli artefici della tipografia didot, [...] tutti travestitisi in politici e liberi uomini, le giornate intere si consumavano a leggere gazzette e far leggi, in vece di comporre, correggere, e tirare le dovute stampe »1. In questo modo – a differenza dell’autore che dopo il breve entusiasmo iniziale si rinchiuderà in un isolamento rabbioso – l’opera non manca all’appuntamento con la storia : la sua apparizione salutata dal fervore rivoluzionario assume un valore simbolico, in quanto i moti francesi sembrano attuare i principi ideologici rivendicati nelle tragedie.